Storia della Procura della Repubblica di Foggia, dall’Uditore presso il Tribunale della Dogana (sec. XV) ad oggi.
La storia della Procura della Repubblica di Foggia affonda le sue radici nelle antiche magistrature di epoca sveva; fu l’imperatore Federico II di Svevia, infatti, ad istituire a Foggia la corte del Giustiziere, che trattava i procedimenti penali con competenza su tutto il territorio oggi occupato dalla provincia di Foggia.
In quei tempi, il Giustiziere aveva anche funzioni requirenti e si occupava di istruire tutti i crimini più gravi commessi nella Capitanata; per i reati minori erano invece competenti i Baiuli, assimilabili in qualche modo alla più moderna figura del Pretore.
A Foggia, presso il palazzo imperiale fatto costruire nel XIII secolo dall’imperatore Federico II di Svevia aveva sede la corte del Giustiziere, nell’area urbana che si sviluppa intorno all’attuale Via Pescheria, stradina ove un tempo era l’arco e l’iscrizione della reggia sveva, oggi murati su una parete del Museo Civico in piazza Vincenzo Nigri.
Successivamente, con la dominazione aragonese, verso il XV secolo fu istituita a Foggia la Regia Dogana della Mena delle Pecore, per sfruttare i pascoli demaniali obbligando, dopo il pagamento di una tassa, i proprietari di armenti a far svernare le pecore nei territori ad essa soggetti.
Al fine di favorire tutti i sudditi interessati alla transumanza, presso la Regia Dogana fu istituito anche un Tribunale speciale che aveva competenza sui “locati”, ovvero tutti coloro che in qualche modo erano coinvolti nel fenomeno della transumanza.
In quei secoli di soprusi ed angherie da parte delle corti baronali, il foro doganale costituiva una vantaggiosa concessione per i sudditi del regno che, pur non essendo interessati alle attività armentizie, si rivolgevano al Tribunale doganale perché rappresentava una garanzia migliore per ottenere giustizia.
Il Tribunale della Regia Dogana era composto, come riporta un autore settecentesco, Andrea Gaudiani, da ”il regio governatore, l’auditore e due credenzieri”, il regio governatore fungeva da Presidente.
In seguito, i giudici diminuirono di una unità ed i due credenzieri furono sostituiti da un solo giudice chiamato avvocato fiscale, cui furono affidati quei procedimenti in cui vi erano interessi del Regio Fisco.
L’uditore, che affiancava il governatore o regio doganiere, fu preposto invece all’istruzione delle cause penali e civili in genere, diventando in tal modo un antesignano del moderno Procuratore della Repubblica.
Questi due componenti del Tribunale Doganale, erano quindi dei magistrati requirenti e giudicanti, funzioni che saranno separate soltanto nei primi anni dell’Ottocento, quando, soppressa la Regia Dogana ed il suo Tribunale speciale, fu istituita in Capitanata la Gran Corte Criminale con sede in Lucera, cui fu affiancata una Procura del Re con specifici compiti requirenti.
In Lucera, fino al 1923, la Procura Regia operò per molti anni, fino a quando l’antica Gran Corte Criminale, poi chiamata più semplicemente Tribunale Civile e Penale, non fu trasferita in quell’anno a Foggia.
Il primo ufficio della nuova Procura Regia fu insediato nell’ex sede del liceo Vincenzo Lanza, nelle immediate vicinanze della Villa comunale, edificio oggi occupato dall’Università degli Studi di Foggia.
Dopo l’ultimo conflitto bellico, l’ufficio mutò il suo nome in Procura della Repubblica di Foggia, adeguandosi in tal modo al nuovo sistema di Governo.
Gli uffici dell’ex liceo, col passare degli anni e l’aumento delle competenze, sono diventati insufficienti e, finalmente, verso il 1989, la Procura della Repubblica di Foggia si trasferì presso il nuovo palazzo di giustizia in Viale I maggio.
Tratto dal volume:
Avv. Daniela de Leo “I Tribunali di Capitanata…”, Foggia, 2004.